Di Claudio Fava su un progetto di Simone Luglio
Regia Chiara Callegari
Con Simone Luglio e Giovanni Santangelo
Produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Dai 13 agli 19 anni
Teatro di parola
Il 1992 è l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Un anno drammatico e cruciale, che cambia per sempre la storia dell’Italia.
1992-2022
Con “L’Ultima Estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo” vogliamo ripercorre gli ultimi mesi di vita dei due magistrati palermitani.
Fatti noti e meno noti, pubblici e intimi, come le stazioni della via crucis, per raccontare fuori dalla cronica e lontano dalla commiserazione, la forza di quegli uomini, la loro umanità, il loro senso profondo dello Stato. Ma anche l’allegria, l’ironia, la rabbia e, soprattutto, la solitudine a cui furono condannati.
Il diario civile di due uomini, non di due eroi.
“In questo paese ricordare gli ammazzati è come andare a messa, una liturgia di verbi, di gesti recitati a memoria… E invece quei morti ci chiedono altro essere ricordati per come vissero, non solo per come morirono”.
Sottratti all’apparato celebrativo che ha fatto di loro delle icone cristallizzate, vogliamo raccontare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella dimensione più autentica e quotidiana, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani.
Un progetto che, partendo dalla Sicilia, abbraccerà tutta l’Italia e che non vuole fermarsi ai soli confini nazionali, perché se la mafia è un fenomeno criminale su scala internazionale, anche Falcone e Borsellino sono due eroi conosciuti in tutto il mondo .
Un anno drammatico e cruciale, che cambia per sempre la storia dell’Italia.
1992-2022
Con “L’Ultima Estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo” vogliamo ripercorre gli ultimi mesi di vita dei due magistrati palermitani.
Fatti noti e meno noti, pubblici e intimi, come le stazioni della via crucis, per raccontare fuori dalla cronica e lontano dalla commiserazione, la forza di quegli uomini, la loro umanità, il loro senso profondo dello Stato. Ma anche l’allegria, l’ironia, la rabbia e, soprattutto, la solitudine a cui furono condannati.
Il diario civile di due uomini, non di due eroi.
“In questo paese ricordare gli ammazzati è come andare a messa, una liturgia di verbi, di gesti recitati a memoria… E invece quei morti ci chiedono altro essere ricordati per come vissero, non solo per come morirono”.
Sottratti all’apparato celebrativo che ha fatto di loro delle icone cristallizzate, vogliamo raccontare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella dimensione più autentica e quotidiana, che nulla toglie al senso della loro battaglia, ma li completa come esseri umani.
Un progetto che, partendo dalla Sicilia, abbraccerà tutta l’Italia e che non vuole fermarsi ai soli confini nazionali, perché se la mafia è un fenomeno criminale su scala internazionale, anche Falcone e Borsellino sono due eroi conosciuti in tutto il mondo .
L’Ultima Estate è un mosaico di eventi, in delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti, per una volta sottratti alle ritualità e alle mitologie, si interrogano e si raccontano, si confrontano tra loro e con lo spettatore, portandolo a rivivere momenti fondamentali della loro amicizia, oltre che della storia di questo Paese. Si parte dalla fine. Dalla loro morte.
In scena la macchina da scrivere, i faldoni, le sedie, le giacche…l’ufficio in cui tutto è iniziato.
Due attori ed elementi scenici ridotti all’essenziale, perché padrona della scena deve essere la parola. Parole recitate, confidate a un microfono, affidate ai tasti di una macchina da scrivere, riprodotte da un registratore, a volte ridotte al silenzio di fronte ai ricordi. Un viaggio nel tempo con due guide d’eccezione e una domanda sospesa: quale parte tocca a noi, adesso?
In scena la macchina da scrivere, i faldoni, le sedie, le giacche…l’ufficio in cui tutto è iniziato.
Due attori ed elementi scenici ridotti all’essenziale, perché padrona della scena deve essere la parola. Parole recitate, confidate a un microfono, affidate ai tasti di una macchina da scrivere, riprodotte da un registratore, a volte ridotte al silenzio di fronte ai ricordi. Un viaggio nel tempo con due guide d’eccezione e una domanda sospesa: quale parte tocca a noi, adesso?