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CAVILLI ovvero L’INFELICE INGANNO
Commedia surreale in sette scene
Musica e Libretto di Federico Biscione
da un’idea di Stefano Simone Pintor
Giovanni Barra Lorenzo Liberali
Bruna Praticò Barbara Massaro
Vittorio Di Giuseppe Chuan Wang
Tino Cicchetti Bryan Sala
Signor Sampietro Ranyi Jiang

L’INGANNO FELICE
Musica di GIOACHINO ROSSINI
Libretto di Giuseppe Maria Foppa
Isabella Barbara Massaro
Bertrando Chuan Wang
Ormondo Lorenzo Liberali
Tarabotto Ranyi Jiang
Batone Bryan Sala

Direttore Luciano Acocella
Regia Matteo Anselmi
Aiuto Regia Accademia AMO
Ilaria Sainato, Giulio Leone
Allievi selezionati RossiniLab
Docente preparatore e direttore RossiniLab-Cantelli Giovanni Botta

Scene Matteo Capobianco
Luci Ivan Pastrovicchio
Costumista Silvia Lumes

Maestro al cembalo Yirui Weng
Orchestra Classica di Alessandria

Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara in collaborazione con
RossiniLab-Cantelli
e con il patrocinio di
Rossini Opera Festival
Fondazione Rossini
European Opera Accademy


Scarica il libretto
INGANNO FELICE- In uno spazio ai confini del mondo si erge una struttura che sospende il tempo e l’azione di una vicenda avvolta nel mistero. Tra macchie di petrolio e spedizioni politico/economico, una donna affronta la solitudine avvolta da un mistero rinchiuso per dieci anni. La necessità di nascondere la propria identità, si frappone al desiderio di sfogare la frustrazione di chi da innocente, vive nel ricordo d’amore. Nella speranza che le carte vengano svelate, i veli caduti e la giustizia compiuta. CAVILLI- Scoprire di poter guardare la vita da angolazioni diverse, quando la routine della quotidianità improvvisamente viene rotta da qualcosa di inaspettato. Così ti trovi a fronteggiare quelli che gli uomini chiamano cavilli, ma che se li osservi attentamente assomigliano a svolte, a cambi di vita. I personaggi nel loro mondo surreale, che poi assomiglia un pò anche al nostro, si accendono camminando al confine tra la vita e la morte in uno spazio in cui tutto sembra più grande di quello che è. O forse, basta solo osservarlo da un’altra prospettiva?
All’Istituto Mondiale della Previdenza Sociale (IMPS) opera lo Sportello Unico Risoluzione Controversie (SURC), un ufficio dedicato alla risoluzione di tutte le (molte) pratiche inevase che per un motivo o per un altro si sono inceppate, incagliate, o perdute. Questo ufficio, che è per molti l’ultima spiaggia per ottenere ad esempio una pensione, o un assegno di invalidità ingiustamente negati, è affidato da tempo immemore a un’impiegata bisbetica che per puro gusto sadico si diverte a bocciare pretestuosamente qualsiasi istanza. Già molte sono le sue “vittime”, quando un sindacalista (di lei segretamente innamorato), approfittando delle proprie conoscenze e sperando di farle cosa gradita, riesce a procurarle un prepensionamento d’oro, con effetto istantaneo. Visto che l’ufficio era per lei l’unica ragione di vita, e quasi sotto choc per la tremenda notizia, l’impiegata si ritrova poco dopo a vagare in strada, dove un clochard ubriaco la riconosce, e in quanto causa della rovina della propria vita le si avventa contro brandendo un coltellaccio. Un attimo prima che il proposito omicida si compia, un fulmine prende in pieno l’impiegata. Nella sala d’aspetto presso lo sportello UAU (Ufficio Accesso Ultraterreno) entra l’impiegata (tutta bruciacchiata), e vi trova il sindacalista (che ha un coltello nella schiena). Sopraggiunge poi lo straccione (sul cui abito si riconoscono impronte di pneumatici), che, come racconta, dopo il fulmine ha scaricato la propria furia omicida sul primo che gli capitasse, e riconosce il proprio coltello conficcato nella schiena del sindacalista. L’ultima cosa che ricorda, in seguito, è che stava cercando di attraversare una strada… Si apre lo sportello UAU, e compare il titolare, sig. Sampietro: promette a tutti una pratica sicura, pulita, semplice, niente moduli da riempire ecc. Ma al momento di concludere (basta una semplice firma), ognuno degli astanti comincia una specie di recriminazione, prima appena accennata, poi sempre più vivace; a turno cominciano a tirar fuori rivendicazioni e lamentele per le varie ingiustizie subite in vita, delle quali pretendono soddisfazione… Si aggiunge da buon ultimo un uomo che il SURC aveva dichiarato morto anzitempo (che apprendiamo essere l’investitore del clochard): sostanzialmente a nessuno va giù il fatto puro e semplice di non essere più in vita, e con la scusa della propria iniqua sorte ognuno si rifiuta di firmare la pratica UAU. Ne scaturisce una bagarre sempre più insostenibile, al termine della quale il sig. Sampietro, dopo aver inutilmente cercato di sedare gli animi, si impone su tutti e al colmo della sopportazione dichiara che chiuderà l’ufficio: andrà immediatamente in ferie, o addirittura in pensione. Ma una voce soprannaturale zittisce tutti con un tremendo ululìo, parlando una lingua incomprensibile di sole vocali. Terminata la “comunicazione”, il sig. Sampietro (l’unico che abbia potuta decifrarla) dichiara tristemente che non gli è consentita pensione, né ferie tantomeno, per l’eternità. Riprendendo dunque il suo aplomb, e incurante della baldoria degli astanti (contenti per lo smacco da lui patito), Sampietro ritorna dietro la scrivania e riprende le pratiche, ma stavolta respingendole soddisfatto una ad una, con un timbro: i convenuti, nonostante le proteste, vengono tutti rispediti indietro per un altro giro in quell’inferno chiamato “mondo”.