
Musica di GIACOMO PUCCINI
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Tosca Charlotte-Anne Shipley (27 e 29 maggio), Alessandra Adorno (28 maggio)
Cavaradossi Luciano Ganci (27 e 29 maggio), Ragaa Eldin (28 maggio)
Scarpia Francesco Landolfi
Sagrestano e Sciarrone Stefano Marchisio
Angelotti/Un carceriere Graziano Dallavalle
Spoletta Saverio Pugliese
Direttore d'orchestra Fabrizio Maria Carminati
Regia Renato Bonajuto
Scene Giovanni Gasparro e Danilo Coppola
Costumi Artemio Cabassi
Luci Ivan Pastrovicchio
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro San Gregorio Magno
Maestro del Coro Mauro Trombetta
Coro delle voci bianche del Teatro Coccia
Maestri del Coro Paolo Beretta e Alberto Veggiotti
Coproduzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara e Ente Luglio Musicale Trapanese
Apre una sartoria di alta moda che nel seguire degli anni veste le più grandi star della musica della lirica come : Magda Olivero, Cristina Ludwig, Fiorenza Cossotto, Daniela Dessì, Fiorenza Cedolins, Sonia Ganassi e Katia Ricciarelli, di cui fece l’abito da sposa per il matrimonio con Pippo Baudo. Le stesse grandi della lirica lo incoraggiarono a tornare in teatro come costumista e ciò avvenne con grande successo. Ha firmato numerosi allestimenti con registi affermati come Beppe De Tomasi, Lamberto Puggelli, Renato Bonajuto, Federico Bertolani, Riccardo Canessa ed è stato costumista anche di Luciano Pavarotti, Leo Mucci, Renato Brusom e Beppe De Tomasi.
Giovanni Gasparro
La convergenza, e quasi l’ossessività, di questi sguardi osservanti è concepita, per dare l’impressione, che la scena sia scrutata in tutta la sua potenza tragica, quasi che i soggetti arrivino realisticamente a prendere parte a questa coralità di attenzione involontaria. Nel terzo atto, ancora, ho posto l’accento su un dualismo spaziale tra una delle stanze di Castel Sant’Angelo ed il suo esterno con la statua imponente dell’Arcangelo Michele. Interessante osservare come tale statua risulti in penombra all’inizio dell’atto e, successivamente, durante la fucilazione di Cavaradossi (e ancor più durante il suicidio di Tosca), in totale luce, in atto di osservatore inerme della tragica fine della protagonista, (giudicante o no, è affidato al gusto dello spettatore..).
Per quel che concerne la realizzazione dei costumi, ho optato per una verosimiglianza tra impianto scenografico e colorismo dei dipinti, ponendo in risalto dettagli, che ne accentuino la tridimensionalità di un’opera pittorica.
Danilo Coppola