I Corti del Coccia. Terzo Episodio
Non è vero ciò che è vero

Musiche di Lorenzo Sorgi, Davide Sebartoli, Matteo Sarcinelli (Accademia AMO)
Regia Livia Lanno, Giulio Leone, Giuseppe Trovato, Stefania Butti (Accademia AMO)

Drammaturgia e libretto Emanuela Ersilia Abbadessa

La scrittrice Costanza Gallini
L'autrice Emanuela Ersilia Abbadessa
Lei Beatrice Caterino (Accademia AMO)
Lui Xiaosen Su (Accademia AMO)
La figlia Anna Nagai (Accademia AMO)
Il padre Stefano Paradiso
La straniera Elena Malakhovskaya (Accademia AMO)

Direttore Matteo Castelli

Scene Giulio Leone (Accademia AMO)
Costumi Silvia Lumes
Luci Ivan Pastrovicchio

Ensemble del Teatro Coccia

Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara


SINOSSI
Una strada di un centro cittadino.
Al pianoterra di un caseggiato, una maga (voce recitante) ha il suo negozio di articoli esoterici. La maga lamenta il fatto che la gente non crede più nella magia: nessuno è più capace di lasciarsi andare ai sogni, alle speranze e non si affida a quel poco di sortilegi che forse non servono a molto ma, comunque, aiutano a credere che le cose possano cambiare.
Tutti vanno di fretta e anche le persone che vede uscire da palazzo non le riservano nemmeno uno sguardo. Lei invece li osserva da tempo e sono tutti terribilmente infelici, anche se nessuno ha mai chiesto il suo aiuto.
Da lontano vede arrivare una giovane coppia: loro, per esempio, sono il perfetto quadro dell’infelicità. Da tempo desiderano un bambino ma non riescono ad averne.

IL BAMBINO PERDUTO – Lorenzo Sorgi
Un giovane uomo cammina tenendo la moglie stretta. Lei, piangente, poggia la testa sulla sua spalla. Stanno tornando dall’ospedale: lei ha perso anche questo bambino e non potrà più avere figli. Il marito la rassicura dicendole che resteranno per sempre insieme e il loro amore basterà. Ma lei sa quanto lui ci tenesse a diventare padre. È sconvolta, pensa ai genitori di lui che tanto volevano un nipotino. Lui cerca di consolarla ma a nulla valgono le sue parole, la giovane donna gli dice che è meglio lasciarsi perché ogni cosa in quella casa la farà pensare al bambino che ha perso, non riuscirà a vedere la culla che avevano preparato, la stanzetta, i pupazzi e i vestitini. Prenderà le sue cose e andrà via. Entrano mesti nel portone sapendo che il loro amore non può sopravvivere a quel dolore.
La maga li guarda scomparire nell’atrio e vorrebbe poterli aiutare ma in quel momento non saprebbe come fare. Eppure, nel mondo ci sono tanti bambini rimasti soli che cercano una famiglia… Perché lasciarsi e non pensare invece di donare tutto il loro amore a uno di loro?
I pensieri della donna sono interrotti dal sopraggiungere di altri due inquilini del palazzo che stanno discutendo animatamente.

IL BAMBINO INATTESO – Davide Sebartoli
La ragazza sta implorando il padre di perdonarla: è incinta ed è ancora minorenne. Il padre la insulta, le dice che la sua vita è rovinata, adesso dovrà lasciare la scuola e non avrà mai un futuro. Se solo fosse stata ancora viva la madre, tutto questo non sarebbe successo. La figlia prova a spiegarle che per lei era stato amore. A quella festa lei aveva visto un ragazzo ed era bellissimo, lui le aveva fatto la corte e lei aveva creduto alle sue parole… Poi però, quando il mese dopo gli aveva detto di aspettare un bambino, lui era scomparso. Implora il padre di ricordare la sua giovinezza e come anche lui sia stato innamorato ma lui è irremovibile: entro una settimana la vuole fuori di casa, le urla mentre sale le scale del caseggiato, inseguito dalla figlia che implora ancora e che non vuole lasciarlo solo in quella grande casa. Si ferma sentendo la sua voce e pensa di essere soltanto un vecchio orgoglioso che non sa venire meno ai suoi principi per amore della figlia anche se…
La maga osserva anche loro: bel problema, pensa, una coppia si rompe per un bambino che non c’è e un padre resterà per sempre solo, negandosi le gioie della nascita del nipotino, a causa della sua mentalità chiusa e retrograda. Come farà adesso da solo? E come farà quella ragazzina? Si avvicina al vecchio portiere dello stabile per scambiare qualche impressione con lui che, sordo come una campana, non sente niente, ma viene interrotta dall’arrivo di una donna dell’Est con un fazzoletto in testa che trascina una grossa valigia.

LA STRANIERA – Matteo Sarcinelli
La straniera è giunta in Italia da un paese in guerra. Le hanno consigliato di cercare lavoro come cameriera ma lei, non sapendo a chi rivolgersi, sta girando tutte le portinerie per sapere se c’è una famiglia che ha bisogno di una donna di servizio, di una tata, di una cuoca o di una badante. Il vecchio portiere però è terribilmente sordo e ogni parola della straniera (che parla un pessimo italiano inframezzato da parole russe) viene fraintesa: lei dice che cerca un posto da badante e lui capisce “elefante” e si offende; lei chiede se qualcuno abbia bisogno di una donna a ore e lui la insulta rispondendo che quello è un palazzo serio e donne che fanno certe cose a pagamento non ne vogliono. La situazione si complica in una serie di malintesi, fino a finale scoppiettante in cui il vecchio portiere scaccia la straniera in malo modo. La maga che ha assistito alla scena ferma la donna: ha avuto una grande idea! Forse il destino di quelle persone non lo ha letto nelle carte ma ha trovato comunque il modo per aiutare tutti. In fondo cosa fa una maga se non aiutare gli altri a trovare la loro felicità? Filtri d’amore, sortilegi, malìe, questo hanno sempre fatto le sue ave e adesso tocca a lei.
Con molte difficoltà chiede al portiere di chiamare la giovane coppia del primo piano e anche il padre e la figlia del secondo piano. Che scendano subito, è importante! I quattro raggiungono il portiere trafelati e la maga prende la parola. Per prima cosa si rivolge ai due sposini: sono davvero certi di volersi lasciare? Non hanno forse abbastanza amore per una nuova creatura, anzi… per due? Prende per mano la figlia del signore del secondo piano e chiede alla coppia di ospitarla; tra qualche mese avrà un bambino e suo padre non la vuole in casa. Ma, chissà, vedendola nel palazzo, magari, potrebbe tornare sui suoi passi…
E lui, burbero com’è, è davvero sicuro di poter vivere solo in una casa in cui tutto gli ricorda la moglie morta? Non è nemmeno capace di preparare un uovo bollito e quella signora straniera pare sia bravissima ai fornelli.
Tutto è andato a posto e i sei con la maga intonano un coro: perché la vera magia è l’amore.